Il Culto degli Antenati: una religiosità più antica dell’Animismo?
Fuori dall’ambiente accademico di chi, studiando antropologia, deve per forza conoscere le varie teorie sull’origine del Sacro e della religiosità umana, permane una concezione scolastica che porta innanzitutto a vedere alcune espressioni religiose più primitive e altre più evolute e, grazie al condizionamento di una mentalità ottocentesca dura da sradicare, ad attribuire a queste espressioni un valore in termini morali ed evolutivi.
Ci viene insegnato, come fosse una filastrocca, che l’Animismo è venuto prima di tutti gli altri modi di intendere la religione. Che l’Animismo è espressione religiosa propria della cultura del buon selvaggio: l’essere umano arcaico, pacifico e in comunione con la natura, più simile ad un animale che all’uomo moderno civilizzato, che sarebbe stato dotato di una naturale curiosità verso gli eventi inspiegabili e avrebbe, con la sua ingenuità, creato la religione come forma di consolazione e riconosciuto la scintilla vitale intrinseca in tutte le cose esistenti come uno spirito sovrannaturale.
Le Terre di Cimitero e Sepoltura
Vista la grossa confusione che abbiamo rilevato in diversi contesti riguardo il lavoro nel cimitero, la terra di cimitero, la terra di sepoltura, le pratiche necessarie a raccoglierle e il senso dell’averle fra gli strumenti a disposizione tanto per la pratica devozionale che per quella magica, abbiamo ritenuto necessario un articolo chiarificatore – che da un lato fornisca delle informazioni basilari, e dall’altro rompa questo alone di silenzio e queste mistificazioni, che ridicolizzano un tema rilevante tanto nella pratica della stregoneria, quanto della magia cerimoniale.
Di vita, sofferenza e morte
di D.
Nell’epoca dell’accanimento terapeutico si è disimparato che a volte la scelta più umana davanti alla sofferenza è porvi fine. Siamo abituatati a farmaci, macchine e tubi che sopperiscano a tutte le funzioni di un organismo vivente, pur di tenere in vita il paziente il più a lungo possibile. Che si parli di una persona o di un animale fa poca differenza, al punto di attribuire sentimenti umani agli animali e animalizzare le persone, ammassandole in reparti stracolmi come si farebbe con dei conigli.
Tenendo in vita qualcuno che la Natura riconosce pronto a morire, che sa di essere pronto a morire e accetta l’abbraccio della Morte, ci si intestardisce con un egoismo di fondo che mette se stessi e la propria paura davanti agli altri, impedendo di empatizzare e provare davvero, sulla propria pelle, la sofferenza altrui. È una delle tante vittorie dell’Ego sull’empatia, e la sconfitta del sentimento di umanità è di per se agghiacciante.Introduzione alla figura della Santa Muerte
La Santa Muerte, nominata in molti film e telefilm come “la santa dei narcotrafficanti”, “la signora dei killer”, dipinta come la più malvagia delle divinità, a cui si rivolgono soltanto i criminali per ottenere favori e poter compiere impuniti i propri delitti, è in realtà una figura molto distante e diversa da questi luoghi comuni.
In Messico viene invocata per vegliare su qualunque aspetto della vita: punire le ingiustizie, vendicare i torti, proteggere i malati, gli infanti e i deboli, suscitare l’amore, dare dignità a chi ha un orientamento religioso, sessuale o politico differente da quello della massa. Viene pregata anche dai criminali, ovviamente, perché possa proteggerli dalla morte o rendere la lama della loro “falce” più affilata e favorirli nel compimento di omicidi.