Il Nocciolo
Nella stregoneria e nella magia europee, il Nocciolo figura spesso come pianta magica, a volte per eccellenza e più di altre, al punto che in alcuni casi è dal Nocciolo che viene tratta la bacchetta – strumento dalle molteplici funzioni e primo a denotare lo status del praticante dell’Arte, venendo usata per molti scopi diversi, dalla tracciatura del cerchio, alla proiezione della Volontà, al comando su certi Spiriti, al “rimescolamento” delle energie durante il rituale.
Note sulla chiamata sciamanica e i suoi agenti: ha ancora senso nel mondo contemporaneo?
Prima di addentrarci nell’articolo: eccetto dove segnaleremo le differenze, utilizzeremo il termine “spiriti” (minuscolo) in senso lato e generale, per indicare sia gli Spiriti propriamente detti, che Divinità, o Antenati. Cerchiamo di tenere sempre a mente che lo Sciamanesimo come tecnica si inserisce all’interno di altri contesti religiosi, e che quindi i termini della chiamata sciamanica devono essere analizzati nei casi individuali.
Allo stesso modo, utilizziamo il maschile come genere neutro, ma in alcuni contesti esistono sciamanesimi diversi per le donne e per gli uomini, o sole sciamane donne o solo sciamani uomini.
Eviteremo di riportare per l’ennesima volta la definizione di chiamata sciamanica, limitandoci a ricordare come sia quel primo rituale di passaggio che segna il futuro apprendista sciamano, e che può constare di una malattia psicologica o fisica dilaniante, che rischia di portarlo alla morte, ma che viene sconfitta (talvolta, grazie all’intervento degli spiriti). Possiamo quindi inquadrarla come una forma di “elezione” dell’apprendista sciamano (e non dello sciamano già formato!) soltanto in alcune società. In altre, questa elezione è assente, perché passa attraverso altre vie, che adesso analizzeremo.
Un culto, tanti culti: rispetto, legittimità e come le cose cambiano quando la religione non è più comunitaria
Assistiamo spesso a una duplice tendenza che caratterizza l’ambiente “pagano” (parola impropria, ma adottiamola come termine ombrello): da un lato, chi promuove l’idea che si possano unire più culti a Divinità che non fanno parte della medesima tradizione religiosa, senza alcun problema e limite; e dall’altro chi condanna ferocemente questo atteggiamento, promuovendo una sorta di “purezza” del culto e unicità di adesione.
Nel tempo, non ci siamo mai espressi troppo chiaramente, anche se chi ci segue da tempo si è fatto un’idea di come la pensiamo. Dopo le storie pubblicate ieri, in più di uno ci hanno chiesto di esporci in modo più diretto. Un articolo che raccogliesse qualche idea ci è sembrato il modo meno fraintendibile.L’uso dei figurini di cera e alcune nostre scelte pratiche
Questo tipo di strumento magico – in Italiano anche chiamato “dagida”, sebbene non siamo mai riusciti a rintracciare l’origine della parola – affonda le sue radici in tecniche magiche antichissime, caratteristiche del bacino del Mediterraneo e ampiamente diffuse presso vari popoli. L’uso di questi figurini, di solito preparati in cera o argilla, era prescritto per un’ampia gamma di incantesimi: rituali d’amore e legamenti, maledizioni ed esorcismi, riti di guarigione, e via discorrendo. In tutti quei casi, insomma, in cui nel rituale era centrale la persona (da piegare a una certa volontà o da guarire da un certo male), oppure la sua mente o il suo “spazio corporeo” – nei quali doveva essere instillata un’idea o una volontà, bandito un pensiero e così via. In poche parole, il figurino diventa sembiante archetipico della persona – ragion per cui è importante prestare attenzione che nel figurino siano rappresentati tutte le membra del corpo con un buon livello di dettaglio e riflesse le caratteristiche fondamentali della persona che devono rappresentare (per fare l’esempio di un caso estremo: se a una persona mancasse un braccio, prima di iniziare il rituale si priverebbe di quello stesso braccio anche la dagida).