• Stregoneria

    L’uso dei figurini di cera e alcune nostre scelte pratiche

    Questo tipo di strumento magico – in Italiano anche chiamato “dagida”, sebbene non siamo mai riusciti a rintracciare l’origine della parola – affonda le sue radici in tecniche magiche antichissime, caratteristiche del bacino del Mediterraneo e ampiamente diffuse presso vari popoli. L’uso di questi figurini, di solito preparati in cera o argilla, era prescritto per un’ampia gamma di incantesimi: rituali d’amore e legamenti, maledizioni ed esorcismi, riti di guarigione, e via discorrendo. In tutti quei casi, insomma, in cui nel rituale era centrale la persona (da piegare a una certa volontà o da guarire da un certo male), oppure la sua mente o il suo “spazio corporeo” – nei quali doveva essere instillata un’idea o una volontà, bandito un pensiero e così via. In poche parole, il figurino diventa sembiante archetipico della persona – ragion per cui è importante prestare attenzione che nel figurino siano rappresentati tutte le membra del corpo con un buon livello di dettaglio e riflesse le caratteristiche fondamentali della persona che devono rappresentare (per fare l’esempio di un caso estremo: se a una persona mancasse un braccio, prima di iniziare il rituale si priverebbe di quello stesso braccio anche la dagida).

  • Antropologia & Storia delle religioni,  Attualità

    Il doppio potere dei feticci (anticipazione sulla conferenza “Storie di Spiriti Rubati”)

    Per maggiori informazioni sulla conferenza “Storie di Spiriti Rubati, arte rituale trafugata in Europa”, che terremo Giovedì 1 Luglio alle 20.30 via Zoom, tutte le informazioni sulla locandina.

    Quando insieme a Maya di Bones Chronicle, con cui terremo questa prima conferenza dedicata a riflessioni a carattere Antropologico ed Etnografico, abbiamo guardato il quadro d’insieme dell’azione esercitata dal Colonialismo degli stati Europei su vaste aree del mondo, quali l’Africa, le Americhe, l’Asia, non soltanto siamo arrivati alla conclusione che nessun punto del mondo è restato realmente intoccato, ma che l’attenzione dei colonialisti per l’arte (rituale e non) è stata un elemento caratteristico di un atteggiamento politico difficile da sradicare dalla mentalità contemporanea. Non solo difficile da sradicare comunque, ma soprattutto difficile da riconoscere e ignorato dalla maggior parte delle persone.

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