• Magia Cerimoniale

    Il Cerchio Magico: la Wicca lo ha davvero ereditato dalla “magia cerimoniale”?

    “Magia cerimoniale” è un termine spesso usato in maniera impropria, per riferirsi alla tradizione magica – comunque varia – dei grimori, o in maniera più specifica per parlare della tradizione magica salomonica. In realtà, “magia cerimoniale” è un termine ombrello nel quale si includono alcuni protocolli magici presentati nei grimori e alcuni aspetti della tradizione magica salomonica, ma che di per sé è ben più ampio e indica un modo specifico di organizzare il rituale ed eseguirlo. La magia cerimoniale è caratterizzata da un forte accento sulla proceduralità e, dal punto di vista esoterico, dall’utilizzo delle corrispondenze per definire ogni singolo dettaglio – dalla posizione che le stelle devono avere nel cielo, alla fattura dell’ultimo e più inutile degli strumenti (ammesso che, a quel punto, ci sia davvero uno strumento “inutile”).

    Oltre che da questa introduzione, vorremmo partire da una domanda:

    possiamo davvero affermare che la Wicca sia “magia cerimoniale” (termine improprio, ricordiamolo) soltanto perché mutua vagamente elementi simbolici, strumenti e la struttura generale di alcune procedure della magia cerimoniale sviluppatasi sulla base dell’Ermetismo?

  • Magia Cerimoniale

    Uno sguardo alla retrogradazione dei pianeti e alla leggenda del terribile Mercurio retrogrado

    Ogni volta che Mercurio diventa retrogrado, soprattutto in coincidenza con altri pianeti, inizia l’allarmismo:
    “Non fate niente di importante, in questo periodo, perché andrà tutto male!”
    “Attenzione, Mercurio retrogrado rende contorte le comunicazioni, non iniziate nuove frequentazioni e non mandate documenti legali!” – Giove e Venere guardano perplessi.
    “Non devi assolutamente fare rituali quando anche solo uno dei pianeti è retrogrado, e se è Mercurio non fare proprio niente, non pensare neanche alla magia!”
    “Cataclismi in arrivo!”

  • Stregoneria

    Il Nocciolo

    Nella stregoneria e nella magia europee, il Nocciolo figura spesso come pianta magica, a volte per eccellenza e più di altre, al punto che in alcuni casi è dal Nocciolo che viene tratta la bacchetta – strumento dalle molteplici funzioni e primo a denotare lo status del praticante dell’Arte, venendo usata per molti scopi diversi, dalla tracciatura del cerchio, alla proiezione della Volontà, al comando su certi Spiriti, al “rimescolamento” delle energie durante il rituale.

  • Sciamanesimo

    Note sulla chiamata sciamanica e i suoi agenti: ha ancora senso nel mondo contemporaneo?

    Prima di addentrarci nell’articolo: eccetto dove segnaleremo le differenze, utilizzeremo il termine “spiriti” (minuscolo) in senso lato e generale, per indicare sia gli Spiriti propriamente detti, che Divinità, o Antenati. Cerchiamo di tenere sempre a mente che lo Sciamanesimo come tecnica si inserisce all’interno di altri contesti religiosi, e che quindi i termini della chiamata sciamanica devono essere analizzati nei casi individuali.
    Allo stesso modo, utilizziamo il maschile come genere neutro, ma in alcuni contesti esistono sciamanesimi diversi per le donne e per gli uomini, o sole sciamane donne o solo sciamani uomini.

    Eviteremo di riportare per l’ennesima volta la definizione di chiamata sciamanica, limitandoci a ricordare come sia quel primo rituale di passaggio che segna il futuro apprendista sciamano, e che può constare di una malattia psicologica o fisica dilaniante, che rischia di portarlo alla morte, ma che viene sconfitta (talvolta, grazie all’intervento degli spiriti). Possiamo quindi inquadrarla come una forma di “elezione” dell’apprendista sciamano (e non dello sciamano già formato!) soltanto in alcune società. In altre, questa elezione è assente, perché passa attraverso altre vie, che adesso analizzeremo.

  • Spiritualità

    Un culto, tanti culti: rispetto, legittimità e come le cose cambiano quando la religione non è più comunitaria

    Assistiamo spesso a una duplice tendenza che caratterizza l’ambiente “pagano” (parola impropria, ma adottiamola come termine ombrello): da un lato, chi promuove l’idea che si possano unire più culti a Divinità che non fanno parte della medesima tradizione religiosa, senza alcun problema e limite; e dall’altro chi condanna ferocemente questo atteggiamento, promuovendo una sorta di “purezza” del culto e unicità di adesione.
    Nel tempo, non ci siamo mai espressi troppo chiaramente, anche se chi ci segue da tempo si è fatto un’idea di come la pensiamo. Dopo le storie pubblicate ieri, in più di uno ci hanno chiesto di esporci in modo più diretto. Un articolo che raccogliesse qualche idea ci è sembrato il modo meno fraintendibile.

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