La Cannella
Come molte delle spezie che si utilizzano comunemente in cucina, anche la cannella ha alle spalle una lunga tradizione di utilizzi magici, religiosi e medici, che la rendono apprezzata e usata fin dall’antichità.
Ciò che risalta dalle fonti è soprattutto l‘ambiguità riguardo alla pianta a cui viene riferito esattamente il termine “cannella”. Di fatti, il nome dovrebbe essere applicato al Cinnamomum verum, un sempreverde della famiglia delle Lauracee, originario dello Sri Lanka; mentre in alcuni casi viene attribuito anche alla così detta cassia, ovvero il Cinnamomum aromaticum, o cannella cinese, che ha sapore simile, solo leggermente più aspro, e che si trova oggi comunemente commercializzato come spezia da cucina. Lo stesso nome cannella viene però dato anche ad altre piante, inducendo quindi una certa confusione.
La più antica menzione della cannella proviene dall’Antico Egitto, dove si ritrova un termine datato 2000 a.C., ty-sps, utilizzato sia per indicare la cannella, che la canfora – la seconda estratta dal Cinnamomum camphora, e la cui molecola, dall’odore caratteristico, si ritrova anche in altre piante.
Nell’Antico Egitto, forse per le sue proprietà antibatteriche, la canfora veniva utilizzata nel processo di imbalsamazione. Un uso simile si ritrova anche a Roma, dove, nonostante il costo elevato, era parte dei riti funebri. Tuttavia, i Romani apprezzavano la cannella al punto da utilizzarla come fumigazione nei templi, per concentrare la mente e, forse, aprire alla chiaroveggenza.
Anche i Greci utilizzavano la cannella per decorare i templi e le abitazioni, o la bruciavano nei bracieri. L’uso più peculiare è però come aromatizzante del vino dionisiaco. Ritenevano anche che di cannella fosse fatto il nido della Fenice, dalle cui ceneri (di cannella e altre erbe), l’uccello risorgeva.
La Fenice viene spesso confusa con altri uccelli mitici, chiamati Cinnamdogus, Cinomolgus o Cynnamolgus, che si pensava raccogliessero i bastoncini di cannella per fare il proprio nido. Nell’antichità l’origine della cannella era mitica, e variamente spiegata. Per Erodoto per esempio, proveniva dall’Arabia, al tempo unica produttrice di cannella, ma era portata appunto da un uccello, che preparava con i bastoncini il proprio nido. Per Plinio il Vecchio invece, provenivano dall’Etiopia, e veniva esportata grazie a coraggiosi esploratori che si calavano in canaloni pieni di serpenti, per rubare le stecche di cannella e farle risalire via fiume fino al Mediterraneo.
Apuleio, ne L’asino d’oro, la cita insieme a Venere, dicendo, descrivendo la Dea “…indossando quella sua cintura attorno ai fianchi, diffondendo profumo di cannella e impregnando l’aria di balsamo”.
L’utilizzo negli incantesimi d’amore viene dedotto proprio da questo passaggio.
Per quanto riguarda l’uso negli incantesimi per la prosperità, si deduce invece dall’elevato costo, e dal grande apprezzamento cui era soggetta.
Nel Medioevo, la cannella acquisì la nomea di spezia benedetta (forse perché citata nella Bibbia, dove Dio comanda a Mosè di usare un olio infuso di cannella per ungere il tabernacolo), capace di proteggere contro le peggiori malattie, e di guarire la peste, l’artrite, la gotta e altri mali.